Il processo di Sobibór fu celebrato nel 1965-66 ad Hagen, nella Germania Ovest, contro gli ufficiali delle SS che avevano operato nel Campo di sterminio di Sobibór. Era parte di una serie di processi simili, tutti per crimini di guerra, tenuti durante l'inizio e la metà degli anni '60, come il processo del 1961 ad Adolf Eichmann, da parte di Israele a Gerusalemme, ed il processo di Francoforte Auschwitz del 1963-65, anch'esso tenutosi in Germania Ovest. Questi processi hanno accresciuto la comprensione del pubblico internazionale sulla portata dei crimini che erano stati perpetrati nella Polonia occupata una ventina di anni prima dai burocrati nazisti e dalle persone che agivano come loro carnefici.

Negli anni '60 l'Unione Sovietica condusse diversi processi contro i Trawniki men, collaborazionisti, per lo più prigionieri di guerra sovietici ucraini, che erano stati addestrati dai nazisti e lavoravano a Sobibór: la maggior parte di queste persone è stata condannata e giustiziata. In questi e negli anni successivi, diversi processi separati perseguirono il personale dei campi di sterminio di Bełżec (1963-1965), di Treblinka (1964-1965) e di Majdanek (1975-1981), tutti situati in Polonia.

L'indagine in Germania Ovest

L'investigatore Dietrich Zeug di Ludvigsburg, incaricato di preparare gli atti da presentare al tribunale per il processo di Sobibór, ha studiato i vecchi fascicoli relativi ad altri processi. Si è imbattuto nelle prove relative a numerose persone che non erano mai state indagate prima. Alcuni ufficiali delle SS, in ruoli chiave che avevano prestato servizio a Sobibór, erano stati processati più di un decennio prima per altre accuse, come l'SS-Oberscharführer Hubert Gomerski. Fu assolto nei processi per l'eutanasia del 1947, che perseguirono persone note per essere state coinvolte nell'Aktion T4 (l'uccisione di persone mentalmente e fisicamente disabili in Germania). Gomerski è stato giudicato colpevole e condannato nel 1950, per essere poi imprigionato a Butzbach.

Zeug chiese aiuto alle autorità, e nella primavera del 1960 aveva identificato tre dozzine di uomini direttamente coinvolte nell'Aktion T4 e nell'Operazione Reinhard. Ha anche contattato il World Jewish Congress e lo Yad Vashem nei mesi successivi. Il 23 giugno 1960 ha depositato la sua prima lettera di raccomandazioni per l'azione penale presso l'Ufficio centrale delle amministrazioni statali di giustizia, richiedendo un'azione giudiziaria contro 19 sospetti.

I funzionari di Ludwigsburg vennero a sapere dove si trovavano alcuni dei sospettati, per la prima volta nell'agosto del 1960, molti dei quali vivevano in Germania: Kurt Bolender viveva sotto falso nome ad Amburgo ed è stato identificato nel 1961; Karl Frenzel è stato catturato nel marzo 1962 a Göttingen; Heinrich Unverhau fu arrestato insieme a Franz Wolf non prima del marzo 1964.

Nel frattempo, lo stato di Israele ha identificato ventidue sopravvissuti di Sobibór ancora in vita. Consultandosi con loro, gli investigatori hanno aumentato la loro lista di sospetti membri del personale di Sobibór a circa cento nomi. Successivamente, la Repubblica Federale Tedesca stabilì che i rapporti di Zeug erano politicamente delicati e li classificò come segreti.

Il processo

Il tribunale tedesco di Hagen ha avviato un procedimento il 6 settembre 1965 contro dodici ex membri del personale del campo delle SS, accusandoli di crimini contro l'umanità: costituivano circa un quarto degli uomini delle SS impiegati a Sobibór; dodici uomini delle SS erano stati uccisi nella rivolta dell'ottobre 1943 dai prigionieri, tale rivolta ha accelerato il processo di chiusura e di distruzione del campo entro la fine dello stesso anno. I verdetti sono stati pronunciati il 20 Dicembre 1966. Una testimonianza importante fu fornita dallo storico tedesco, il professor Wolfgang Scheffler, così come dallo storico olandese e sopravvissuto all'Olocausto Jules Schelvis.

I procedimenti

Nel processo 1965-1966, gli imputati hanno affermato che una volta assegnati a servire in un campo di sterminio, non credevano di poter rifiutare tali ordini, citando la dichiarazione fatta da Christian Wirth al personale di Sobibór

Ma l'accusa ha notato che il SS-Untersturmführer Johann Klier, che ha chiesto di essere trasferito da Sobibór per motivi morali, non è stato punito ma ha avuto il permesso di andarsene, il che ha dimostrato che era vero il contrario.

I verdetti

Al momento del processo, si venne a conoscenza dell'SS-Oberscharführer Erich Bauer, un ufficiale noto come "meister" della camera a gas e descritto dai sopravvissuti come notoriamente crudele e violento nel trattamento dei prigionieri. Era stato processato e condannato 15 anni prima, dopo essere stato riconosciuto nel 1949 per le strade di Berlino da Samuel Lerer, fuggitivo e sopravvissuto di Sobibór, e successivamente arrestato. L'8 maggio 1950, Bauer fu condannato a morte da un tribunale distrettuale di Berlino-Moabit. La pena è stata commutata in ergastolo, poiché la Germania Ovest aveva abolito la pena di morte. Bauer morì nel carcere di Tegel a Berlino nel 1980.

I processi in Unione Sovietica degli anni 1960

Alcune delle guardie ucraine che prestarono servizio a Sobibór furono perseguite a Kiev, quando l'Ucraina faceva ancora parte dell'Unione Sovietica: erano prigionieri di guerra sovietici detenuti dai tedeschi, conosciuti come Trawniki men, accettavano di addestrarsi e servire nel campo come polizia e guardie. Gli imputati includevano B. Bielakow, M. Matwijenko, I. Nikifor, W. Podienko, F. Tichonowski, Emanuel Schultz e J. Zajcew: furono condannati per tradimento contro lo stato per aver accettato di servire i nazisti, giudicati colpevoli di crimini di guerra e poi giustiziati.

Nell'aprile del 1963 si tenne un altro processo a Kiev, il sopravvissuto Alexander Pechersky fu il principale testimone dell'accusa: dieci ex Trawniki ucraini sono stati giudicati colpevoli e condannati a morte; furono tutti giustiziati. Un altro è stato condannato a 15 anni di carcere.

Un terzo processo sovietico si tenne a Kiev nel giugno 1965: tre ex Trawniki di Sobibór e Belzec furono giudicati colpevoli e condannati a morte, sono stati giustiziati da un plotone d'esecuzione.

Note


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